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www.mutuo-inpdap.it: i tassi di interesse previsti per il 2019

lentepubblica.it • 24 Novembre 2018

mutuo-inpdap-tassi-di-interesseCome evidenziato dal sito www.mutuo-inpdap.it i mutui Inpdap sono riservati ai dipendenti pubblici o pensionati della pubblica amministrazione e sono finalizzati all’acquisto di un immobile da usare come prima casa.


 

I mutui Inpdap e i beneficiari

 

Si ricorda che, proprio per il fatto di adottare tassi d’interesse agevolati, per accedere a questo tipo di finanziamento si richiede come requisito che nessun componente del nucleo familiare sia proprietario di un bene immobiliare in Italia.

 

Fanno eccezione:

 

– i pensionati e dipendenti pubblici che vogliono creare un nuovo nucleo familiare a se stante;

– chi possiede solo una quota di un immobile inferiore al 50%;

– i pensionati e dipendenti pubblici che sono proprietari di un’abitazione ricevuta per donazione o come eredità e che non possa essere utilizzata perché già abitata. Lo stesso vale per i familiari;

– chi possiede di un’abitazione di cui non può godere;

– i comproprietari di abitazioni insieme a soggetti estranei al nucleo familiare.

 

Se invece si è già proprietari di un’abitazione prima casa, è possibile richiedere un mutuo Inpdap per ampliarla, abbellirla oppure ristrutturarla nel caso in cui sia intestata a un dipendente pubblico o al coniuge.

 

Si ricorda che i tassi d’interesse vengono stabili tramite l’apposito regolamento INPS.

 

Per il 2019 si adottano tassi vantaggiosi rispetto agli anni precedenti, così da rendere ancora più agevole il finanziamento.

 

Il nuovo regolamento ex Inpdap e i tassi d’interesse per il 2019

 

Il nuovo regolamento Inpdap ha stabilito per il 2019 un tasso Tan variabile dal 3.75% al 2.95%.

 

Si tratta di valori che vengono applicati in maniera automatica anche ai mutui a tasso fisso già in essere, non soltanto a quelli che saranno attivati in futuro. Le condizioni risultano essere differenti per quanto riguarda i mutui a tasso variabile.

 

Infatti, a partire dal 2017, l’Inps ha adottato il LTV (Loan To Valute) come nuovo metodo di valutazione: l’acronimo indica il rapporto che esiste tra il valore del mutuo erogato dall’ex Inpdap e il valore dell’immobile oggetto del finanziamento stesso.

 

Ciò vale sia per i mutui sottoscritti per acquistare l’abitazione in questione che per quelli finalizzati alla sua ristrutturazione oppure ampliamento.

 

Sul sito www.mutuo-inpdap.it sono elencati i fattori da tenere in considerazione per calcolare il tasso d’interesse da applicare al mutuo, come:

 

– la tipologia, le caratteristiche, la classe catastale di appartenenza e il valore dell’immobile;

– l’entità del finanziamento richiesto. In genere più è alto l’importo erogato e più lunga risulta essere la durata del mutuo;

– la durata del mutuo.

 

Maggiore è il numero di anni e più sale il LTV. Di conseguenza il tasso d’interesse variabile tende a salire.

 

Ad esempio, se si richiede un mutuo pari all’80% del costo d’acquisto dell’abitazione con un’estinzione in 10 anni, il LTV ammonta all’1,33%.

 

Se invece il mutuo è a 30 anni con le stesse condizioni, il tasso d’interesse applicato sale al 2,03%.

 

Modificare il tasso del mutuo Inpdap: come procedere

 

Il regolamento che regola i mutui Inpdap disciplina anche il cambiamento del tasso d’interesse.

 

Infatti il beneficiario del mutuo può passare da un tasso variabile a uno fisso e viceversa.

 

Questo ambito è stabilito dall’articolo 7 comma 5 del regolamento, che fissa anche i requisiti d’accesso:

 

– aver stipulato il mutuo da almeno 2 anni;

 

– può essere effettuato solo una volta durante la durata del mutuo;

 

– il passaggio può essere chiesto soltanto dal beneficiario;

 

– presentazione di un’apposita domanda scaricando e compilando il modulo sul sito dell’Inps dopo aver riformulato il piano di ammortamento facendo riferimento all’importo che si deve ancora restituire.

 

Quindi si invia il documento alla sede dell’Inps competente per territorio tramite posta certificata allegando una copia del documento d’identità.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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